La Sala delle Sculture
All'interno della Sala delle Sculture sono esposte alle pareti diverse incisioni, nate dalla collaborazione tra Antonio Lafréry ed Enea Vico.
Antonio Lafréry fu incisore, editore e mercante francese; stabilitosi a Roma dal 1544 ca. fino al 1577, anno della sua morte. La sua bottega si trovava in via del Parione a Roma ed è stata una dei centri più attivi nel XVI secolo per quanto riguarda la produzione e la vendita di incisioni.
Enea Vico fu incisore e numismatico nato a Parma nel 1523 e trasferitosi molto giovane a Roma, dove lavorò con diversi editori e mercanti di stampe, raffinando la sua tecnica in un ambiente classicheggiante ed erudito. Rimangono di Vico circa cinquecento incisioni a bulino: ritratti, gemme e cammei, incisioni di opere di Raffaello, Michelangelo, Salviati, ecc.
Le tavole presenti a Jerago raffigurano grotteschi con trofei d'armi e armature, riprendendo i disegni di Polidoro da Caravaggio: artista formatosi nella bottega di Raffaello, noto soprattutto per aver decorato molte facciate di case, con scene, allegorie e fregi ricchi di ornamenti.
Le incisioni presenti nella Sala delle Sculture rappresentano, quindi, un importante esempio e un'interessante testimonianza per comprendere come lavoravano le diverse maestranze nel Cinquecento.
Una curiosità: la Sala delle Sculture prende il suo nome da alcuni reperti in pietra presenti ed esposti nelle librerie gemelle e risalenti all'epoca della fortezza, 1200 circa.
Questo luogo è utilizzato per ospitare cocktail con un piccolo numero di partecipanti o si aggiunge alle sale attigue per accogliere pranzi e cene con numerosi ospiti.
Capacità ed utilizzo della sala:
Banchetto/Placeé sino a 40 posti
Buffet/Cocktail sino a 70 posti